Il Commerci@lista economia e diritto febbraio 2015
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giovedì 1 ottobre 2015
lunedì 16 marzo 2015
IL COMMERCI@LISTA febbraio 2015 - MAGISTRATURA E PROFESSIONI - di Domenico Calvelli
Da tempo si discute del cosiddetto “problema
Giustizia”, cercando di trovare il sistema più consono alla soluzione dello
stesso. In modo particolare, si discute, come è stato fatto ad esempio
nell’interessante convegno di livello nazionale tenutosi nel maggio del 2014 ad
Aversa sul tema “commercialisti e giustizia”, del possibile ruolo dei
professionisti, e segnatamente dei commercialisti, come ausilio e sostegno alle
funzioni dei magistrati. Occorre tuttavia inquadrare la questione a monte; una
giustizia funzionante è un enorme vantaggio competitivo per un sistema
economico ed un fattore di equità in una società libera e democratica. Accusare
ad esempio la magistratura di essere la causa di certi malfunzionamenti del
sistema è intellettualmente disonesto; equivarrebbe a dare la colpa dello
scoppio della prima guerra mondiale a Gavrilo Princip, attentatore che nel
giugno del 1914 a Serajevo uccise l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo e
la consorte Sofia, quasi che le spinte economiche e sociali dell’epoca nel
nostro continente fossero un semplice corollario, invece che la causa reale e
tangibile del sanguinoso conflitto. La legislazione italiana, non mi stancherò
mai di dirlo, è quanto di più complesso e contorto si possa ritrovare in un
sistema giuridico: il diritto romano e la successiva codificazione, nata con il
Code Napoléon, anche prendendo spunto
dal diritto franco-germanico, costituiscono veri elementi di chiarezza,
ponderazione, giustizia, troppo spesso stravolti da un metodo di legiferazione
confuso e contraddittorio. A valle quindi il magistrato, interprete di prima
linea, si trova a dover applicare la norma così formatasi, con le difficoltà
del caso che a questo punto sono comuni anche ai professionisti (avvocati,
notai, commercialisti, ecc.) ed ai funzionari pubblici. Una collaborazione tra
questi soggetti, nel pieno rispetto del ruolo costituzionale svolto dalla
Magistratura che, occorre ricordarlo, ci deriva dalla Rivoluzione Francese e
dalla logica ed equilibrata tripartizione dei poteri dello Stato in
legislativo, esecutivo e giudiziario, è indispensabile ed auspicabile. Il punto
di vista di chi scrive, probabilmente influenzato dal provenire da famiglia di
magistrati, vede il magistrato stesso come figura la cui indipendenza e
funzione sono fondamentali nella nostra società. Quanto sia importante la
giustizia per l’economia è evidente, ad esempio, con riferimento
all’istituzione del cosiddetto “tribunale delle imprese” (o all’esistenza delle
sezioni fallimentari, sempre più qualificate), sezione specializzata che ha
competenza, tra le altre materie, nelle controversie inerenti il diritto
societario ed il diritto industriale; si tratta in pratica della risposta
italiana ai Tribunaux de Commerce
francesi, questi ultimi costituenti vera e propria giurisdizione speciale. In
Italia, come noto, vige il divieto, costituzionalmente sancito, di istituire
giudici straordinari (e giudici speciali), a seguito dell’esperienza del
periodo fascista che vide il sorgere di veri e propri tribunali speciali. Fa eccezione
la giurisdizione delle Commissioni Tributarie, utilissimo strumento
giudiziario, la cui costituzionalità, posta in dubbio da taluni, appare ora
pacifica anche in virtù del fatto che si tratta di plessi giurisdizionali
anteriori alla Costituzione specializzati in materie tributarie. L’idea è
quindi quella della collaborazione, aperta e leale, tra i corpi sociali della
Nazione, orientata verso l’unico obiettivo di far funzionare la società e
l’economia.
© Domenico Calvelli
Direttore responsabile de Il Commerci@lista®
Presidente ODCEC di Biella
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